Queste regole si ispirano alla dieta Dash che sta per Dietary Approaches to Stop Hypertension (approcci dietetici per bloccare l’ipertensione). Nonostante arrivi dagli USA, fucina delle diete strampalate per eccellenza, è difficile trovarle dei difetti perché basata su ingredienti semplici come vegetali, frutta secca, legumi, cereali integrali, extravergine, pesce, latticini magri. Ma l’elemento chiave, imprescindibile, è il basso contenuto di sodio.
La dose giornaliera di questo minerale deve attestarsi a circa 1,5 g, con un massimo consentito di 2,3 g. Detto così, significa poco, ma basti pensare che noi italiani ne consumiamo mediamente 8 g al giorno, contravvenendo a ogni raccomandazione nutrizionale. Secondo le ricerche condotte dal National Heart, Lungs and Blood Institute, bastano già due settimane low salt per abbassare la pressione in maniera sostanziale, riducendo molti fattori di rischio per la salute.
Peccato che, per diminuire le dosi di sodio, non basta usare meno sale: la maggior parte si trova negli alimenti pronti, conservati, stagionati e affumicati come salse, conserve, formaggi, salumi…ovvero il 50% dei cibi che mettiamo nel carrello! Al posto del sale, sono consentiti tutti i generi di spezie e il succo di limone o lime.