La fame “nervosa”…questa (s)conosciuta
Vi è mai capitato, quando vi sentite un po’ giù o più ansiosi del solito, di andare alla ricerca di cibo? E guarda caso vi buttate sulle cose pronte da consumare e molto golose come uno snack dolce o il coccolato?
Amici e amiche…vi presento la “fame emotiva”!
Riconoscere e distinguerla dalla FAME REALE non sempre è semplice, ma neppure difficilissimo: la fame reale tende ad aumentare progressivamente finché non viene soddisfatta, mentre la fame emotiva ha un andamento ad “onda”: inizialmente aumenta e poi, a poco a poco, si placa.
Occhio a queste 5 situazioni emotive:
La fame per noia – La pausa caffè al lavoro, lo sgranocchiare della casalinga, lo spuntino dello studente: sono esempi di situazioni nelle quali il cibo diventa valida ragione per distrarsi da attività sentite come pesanti o semplicemente monotone.
La fame per rabbia – “Divorare qualcosa per non divorare qualcuno” sembra essere il motto di chi sfoga sul cibo frustrazioni, gelosie e risentimenti. Quando un’emozione forte come la rabbia non può essere espressa, ecco che il cibo diventa lo strumento più immediato per placare i nervi.
La fame per mancanza d’amore – Ecco il cibo che diventa il compagno più fedele di una vita solitaria! Insoddisfatti di sé o troppo timidi, i mangiatori solitari scelgono di relazionarsi prevalentemente con il cibo. Perchè? Semplice. Non chiede nulla, non giudica ed è sempre a disposizione.
La fame per ansia – Quando le preoccupazioni per il futuro, per un compito da svolgere o per un evento importante si fanno sentire troppo, il cibo diventa il tranquillante migliore perchè dà un effetto immediato e non richiede troppo tempo per reperirlo.
La fame per tristezza – E’ quella che subentra quando di cerca di superare un dolore, un momento di sconforto, una delusione. Qui il cibo funziona per il suo potere consolatorio. Molto gettonati, in queste situazioni, sono i dolci che, inconsciamente, rievocano le consolazioni materne.
La vostra diet coach Samantha B.