Anzitutto una doverosa premessa: la birra analcolica contiene le stesse sostanze nutritive della birra tradizionale, compresi i preziosi antiossidanti tra cui lo xantumolo caratteristico del luppolo dall’azione protettiva per la salute, oltre a inulina e fruttoligosaccaridi che promuovono l’equilibrio della flora batterica intestinale.
L’alcol non sempre è assente
Non tutte le birre analcoliche sono uguali. Quelle del tutto prive di alcool riportano in etichetta l’indicazione 0,0% vol alc, ma è bene sapere che – in Italia – si possono definire “analcoliche” le birre che contengono meno del 1,2% di alcool.
Stesso sapore, meno calorie!
Due terzi delle calorie di una birra tradizionale derivano dall’alcool, circa un terzo ai carboidrati. Per questo motivo, la birra analcolica è meno calorica. In linea generale, apporta circa la metà delle calorie della birra tradizionale: 60-70 kcal rispetto alle 120-130 Kcal per una bottiglia da 330ml.
Come si fa la birra analcolica?
Per produrla si sottopone la birra tradizionale alla dealcolizzazione tramite l’evaporazione dell’alcol sotto vuoto, ma esistono anche tecniche che prevedono l’utilizzo di mosti con pochi carboidrati fermentabili e lieviti particolari che degradano l’alcol. Per conferire un sapore identico alla tradizionale possono essere aggiunti aromi. I più esperti reintegrano la bevanda con alcune molecole caratteristiche perse durante la dealcolizzazione.
La birra analcolica e lo sport
La birra senza alcool si può definire una bevanda genuinamente rinfrescante e dissetante. Non a caso, è una scelta sempre più gettonata durante l’attività sportiva del tempo libero come il trekking o la bicicletta. Vari studi hanno dimostrato che la birra analcolica, dopo lo sport, ha effetti decisamente più positivi rispetto alle bevande idrosaline grazie alle sue proprietà antiossidanti e antinfiammatorie.